sabato 22 marzo 2014

Terza tappa: in treno/traghetto per Copenhagen

Sono nuovamente seduta su un treno tedesco, questa volta molto più bello e comodo (ICE)...somiglia al FrecciaRossa italiano, con la differenza che non serve la prenotazione obbligatoria! Ciò significa che, da una parte, per noi interrailers è gratis, dall'altra che costa probabilmente abbastanza poco anche per chi non lo possiede. 


Mi appresto a godermi più di 6 ore di viaggio, destinazione Copenhagen. Ho sonno e vorrei riposare ma i paesaggi fuoi dal finestrino mi chiamano come una droga. A dire il vero per adesso non si vede niente di speciale, ma sono troppo curiosa di vedere come cambia il paesaggio, l'architettura, i colori, passando dal centro del paese, dove si trova Berlino, al nord, alla costa, per poi arrivare in Danimarca...spero che il treno corra perché vorrei vedere tutto questo con la luce del sole, o al massimo il tramonto....di tutte le tratte che facciamo questa è quella che mi eccita di più, almeno in linea teorica, quella che mi aspetto più panoramica e spettacolare! 


Per questo ho preferito farla di giorno e perdere un po' di tempo, piuttosto che fare un'altra tratta notturna (e anche perché la cuccetta costa un macello...!).
Tra poche ore insomma saremo in Danimarca...una nuova città ci aspetta!
E ci stiamo per lasciare alle spalle la Germania con la sua bella capitale, Berlino...
È una città che mi sorprende ogni volta...
La prima volta che sono venuta avevo 17 anni ed ero in gita scolastica...ovviamente a quell'età non ti importa niente di dove vai in gita, potrebbero anche portarti a Busto Arsizio e a te sembrerebbe comunque un viaggio meraviglioso già solo perché salti la scuola e stai qualche giornata intera con i tuoi compagni. Comunque noi finimmo a Berlino, non a Busto, ed eravamo tutti eccitatissimi.
Io non mi aspettavo niente di che dalla città, visto che ho anche una certa antipatia generalizzata per i tedeschi e per la Germania in generale (si, lo so, non é bello da dire, ma prima di accusarmi di razzismo dovreste conoscere un paio di rappresentanti di questo popolo che ho avuto la sfortuna di incontrare io...). E credo che sia invece uno dei luoghi che più mi ha sorpreso in positivo, in tutta la mia onorata carriera di ragazza con la valigia. Ricordo che ogni visione era stata una piacevole sorpresa: il Kaiser Wilhelm memorial, questa chiesa bombardata al cui campanile, lasciato in segno commemorativo con gli evidenti sfregi del fuoco e delle bombe, hanno affiancato una discutibile struttura futuristica al cui interno però ci sono dei colori unici. I resti del muro di Berlino, con la placca che corre lungo la città al suo posto, che mi aveva fatto commuovere ed emozionare. La porta di Brandeburgo, enorme e bellissima. Tutto mi aveva colpito, e l'avevo idealizzata in tutti questi anni, tanto da parlarne benissimo anche alla mia compagna di viaggio, e a creare intense aspettative anche in lei.
Ma sono rimasta di nuovo sorpresa da Berlino: il mio secondo viaggio mi ha inizialmente lasciato con un grande amaro in bocca, perché quella magia che mi aveva colpito, quell'aria moderna e un po' triste, quegli edifici futuristici e particolari non c'erano più...oppure c'erano ma non mi trasmettevano più emozioni.
Tuttora non so spiegarmi perché. La mia compagna di viaggio suggerisce che sia stata proprio l'aspettativa a rovinarci la città, nonché il fatto di venire da Praga, che non solo è un gioiellino di città, con le sue colline, il suo castello, il suo fiume, dotata di un eleganza incredibile e quasi regale, ma ci aveva anche regalato due giorni di tempo splendido e sole primaverile. Mentre invece Berlino, con il suo modo un po' subdolo di mostrarsi, si è avvolta nelle nuvole proprio prima del nostro arrivo, e non ci ha nemmeno risparmiato qualche fastidioso scroscio di pioggia...anzi, parecchi.
Inizialmente la mia amica mi faceva notare come preferisse Praga mentre io non ci facevo troppo caso, ma poi dopo aver visto il più lungo tratto del Muro di Berlino ancora in piedi (la famosa East Side Gallery, adornata da numerosi graffiti, alcuni bellissimi altri di discutibile interesse...) mi sono resa conto che anche per me c'era qualcosa di strano. 

Forse era il tempo uggioso, forse la stanchezza, forse la mancanza completa di indicazioni o informazioni storiche, ma quel muro non mi aveva trasmesso molto. Allo stesso modo l'intera giornata nella ex zona est, e il giorno dopo quando ho rivisto il "dente cariato", la chiesa di cui ho parlato prima che mi aveva grandemente colpito, e che invece ho trovato quasi completamente coperta dalle impalcature per lavori di ristrutturazione...nulla, nessuna reazione. L'amore era passato!


Il secondo pomeriggio lo abbiamo passato al Museo Ebraico, un po' per interesse storico e un po per sfuggire alla pioggerellina e al vento, ed è stato sicuramente interessante. L'edificio è fatto, di nuovo, in maniera un po' futuristica e...diciamo particolare, se non discutibile. Sicuramente dall'alto dev'essere interessante (è un edificio a zig-zag, composto da una serie di linee dritte che si intersecano), ma passandoci accanto è difficile trattenere una smorfia, guardando le sue pareti grigie e spente, rotte da "feritoie" lunghe e strette disposte in varie direzioni....
L'intera architettura acquista un senso dopo essere entrati: ogni braccio rappresenta un percorso tematico, una diversa area di interesse collegata all'ebraismo e alla Shoa...un interessante modo per far riflettere su ciò che é accaduto, soprattutto nelle sale interattive. Non quelle con i computer, quelle mi hanno sinceramente disgustato. Parlo delle sale in cui davvero interagivi, con la storia e con il museo. Una sala alta e buia, senza riscaldamento, dove una porta che sbatte alle tue spalle ti fa sentire in trappola e isolato. Un'altra il cui pavimento è costituito da uno spesso strato di facce di ferro...maschere pesantissime e dalle fattezze spaventate, che gridano sotto i tuoi piedi mentre le calpesti, e raggi di luce che attraversano la stanza dandone un'atmosfera di un'intensità unica.


Un museo enorme, nel quale siamo entrate con l'idea di starci un paio d'ore e ce ne siamo rimaste 4 (e siamo pure uscite di corsa saltando alcune aree, altrimenti ci saremmo rimaste ancora di più!).
Dopodiché ho sfoderato il mio ultimo asso nella manica per ritrovare un po' dello spirito berlinese che mi aveva contagiato la prima volta: Potsdammer Platz, a mio modesto parere una delle piazze più interessanti che ho visto, molto "americana" ma con uno stile unico, e il bellissimo Sony Center, sovrastato da grandi vele bianche illuminate con colori tenui...uno spettacolo. Soprattutto, con la scuola ricordavo di esserci andata di giorno. Ritrovarmici la notte è stata un'esperienza nuova, e ho recuperato un po' di quel senso di amore e rispetto per la città. Così abbiamo passato la serata, a bere birra e a chiacchierare, riscaldate dalle coperte messe a disposizione dal bar, illuminate dalla luce rosata e azzurrina delle vele, che conferiva alla scena un'aria albeggiante...


Poi, sulla strada di casa, ci siamo fermate al Memorial to the murdered Jews of Europe, altra "attrazione" che di solito si visita durante il giorno ma a noi non piace fare le cose come si dovrebbe e ci siamo capitate a mezzanotte passata.


Non ci sono stata di giorno quindi non posso esprimere un giudizio (ho letto che c'è un "museo" sotterraneo che approfondisce le vite degli ebrei a cui è dedicato, quindi deve sicuramente essere un'esperienza più completa), ma vi assicuro che di notte ha un fascino davvero speciale. Inizialmente le casse 2711 casse per la precisione) sono basse e si vede bene davanti a sé, ma più ci si addentra nel labirinto, più queste crescono in altezza e la luce diminuisce, e ogni angolo diventa pericoloso, nulla ha più lo stesso aspetto, e sembra davvero di sentire le voci degli ebrei, gli zingari, i gay, i dissidenti e tutti coloro che sono morti nelle camere a gas naziste...
Brividi.
Infine, il colpo finale, quello che ci ha fatto aprire il cuore e ricredere sulla città, è stata vista della porta di Brandeburgo. Immensa, alta, imponente, luminosa...e proprio ieri sera che il cielo si era finalmente riaperto e il vento un pochino calmato, la città ci ha regalato questo angolo così speciale tutto per noi: non c'era una macchina, un passante, un cane...solo noi e il silenzio. Non sembra molto normale in una tale metropoli giusto? Infatti non lo sembrava...soprattuto visto che la notte precedente siamo rimaste sconvolte al vedere la metropolitana piena come a mezzogiorno, alle 5 del mattino.

E così è finita la parte tedesca del nostro viaggio. Il risultato finale è ambiguo, come avete potuto leggere...ci è piaciuta, ma si, ma no, ma forse....
Di sicuro non è semplice come Praga...è una città complessa, arrabbiata, ribelle, viva, anche un po stronza a volte...ma credo stia qui il suo fascino.


Ps: non spaventatevi se prendendo questo treno e controllando sulla mappa vi sembra di non vedere strade che colleghino la Germania con la Danimarca. È esattamente così, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi! Il vostro trenino si imbarcherà su un traghetto senza quasi che ve ne accorgiate...
Se siete stati in Sicilia, come la mia amica che viene da li, probabilmente sarete abituati, ma per me è stata la prima volta e sembravo una bambina al suo primo giorno di scuola ;)

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