martedì 22 luglio 2014

Mi sono trasferita! seguitemi su http://girlwithasuitcase.altervista.org/

Cari amici e fedeli lettori...o più probabilmente casuali frequentatori del mio blog poiché reindirizzati da Google ;)
Vorrei far sapere a tutti che la Ragazza con la Valigia si è montata la testa dopo 4 mesi in America e ha deciso di internazionalizzarsi: ha tradotto spudoratamente tutti i suoi articoli e li ha spostati, insieme ad altri nuovi, ad un nuovo indirizzo...

http://girlwithasuitcase.altervista.org/

Volete migliorare il vostro inglese? Benissimo, potete leggere i miei articoli sul nuovo blog, e poi tornare a ricontrollare i vostri progressi su quello vecchio ;) utile no?
Dovete partire per un periodo di studio all'estero? Se sentite l'ansia crescere date un'occhiata alla sezione study abroad e scoprirete cosa aspettarvi, cosa significa homesickness, come affrontarla...e vedrete che alla fine starete meglio, perché é sempre bello non sentirsi soli :)
Volete andare in vacanza? Vi piacciono i viaggi avventurosi? Volete provare a fare un INTERRAIL dell'Europa? Ragazzi c'è un sacco di roba da sapere e qualche consiglio specifico vi sarà utile!!! Date un'occhiata alla categoria interrail e saprete quasi tutto ciò che è importante sapere ma le guide ufficiali non menzionano (come funzionano i treni notturni per esempio...) ;)
A parte queste due cose vagamente utili, il blog è pieno di bellissime foto che vi lasceranno a bocca aperta (le ho fatte io, le ho fatte io :D) e che DOVETE assolutamente vedere...quindi fateci un salto eh ;)

Spero di rivedervi di là, grazie per essere passati...un grosso bacio a tutti dalla vostra Girl with a Suitcase!

PS: successivamente mi sono nuovamente evoluta: il mio più recente e riuscito esperimento di blogging è il celebre

www.viaggiosoloandata.it



sabato 22 marzo 2014

Terza tappa: in treno/traghetto per Copenhagen

Sono nuovamente seduta su un treno tedesco, questa volta molto più bello e comodo (ICE)...somiglia al FrecciaRossa italiano, con la differenza che non serve la prenotazione obbligatoria! Ciò significa che, da una parte, per noi interrailers è gratis, dall'altra che costa probabilmente abbastanza poco anche per chi non lo possiede. 


Mi appresto a godermi più di 6 ore di viaggio, destinazione Copenhagen. Ho sonno e vorrei riposare ma i paesaggi fuoi dal finestrino mi chiamano come una droga. A dire il vero per adesso non si vede niente di speciale, ma sono troppo curiosa di vedere come cambia il paesaggio, l'architettura, i colori, passando dal centro del paese, dove si trova Berlino, al nord, alla costa, per poi arrivare in Danimarca...spero che il treno corra perché vorrei vedere tutto questo con la luce del sole, o al massimo il tramonto....di tutte le tratte che facciamo questa è quella che mi eccita di più, almeno in linea teorica, quella che mi aspetto più panoramica e spettacolare! 


Per questo ho preferito farla di giorno e perdere un po' di tempo, piuttosto che fare un'altra tratta notturna (e anche perché la cuccetta costa un macello...!).
Tra poche ore insomma saremo in Danimarca...una nuova città ci aspetta!
E ci stiamo per lasciare alle spalle la Germania con la sua bella capitale, Berlino...
È una città che mi sorprende ogni volta...
La prima volta che sono venuta avevo 17 anni ed ero in gita scolastica...ovviamente a quell'età non ti importa niente di dove vai in gita, potrebbero anche portarti a Busto Arsizio e a te sembrerebbe comunque un viaggio meraviglioso già solo perché salti la scuola e stai qualche giornata intera con i tuoi compagni. Comunque noi finimmo a Berlino, non a Busto, ed eravamo tutti eccitatissimi.
Io non mi aspettavo niente di che dalla città, visto che ho anche una certa antipatia generalizzata per i tedeschi e per la Germania in generale (si, lo so, non é bello da dire, ma prima di accusarmi di razzismo dovreste conoscere un paio di rappresentanti di questo popolo che ho avuto la sfortuna di incontrare io...). E credo che sia invece uno dei luoghi che più mi ha sorpreso in positivo, in tutta la mia onorata carriera di ragazza con la valigia. Ricordo che ogni visione era stata una piacevole sorpresa: il Kaiser Wilhelm memorial, questa chiesa bombardata al cui campanile, lasciato in segno commemorativo con gli evidenti sfregi del fuoco e delle bombe, hanno affiancato una discutibile struttura futuristica al cui interno però ci sono dei colori unici. I resti del muro di Berlino, con la placca che corre lungo la città al suo posto, che mi aveva fatto commuovere ed emozionare. La porta di Brandeburgo, enorme e bellissima. Tutto mi aveva colpito, e l'avevo idealizzata in tutti questi anni, tanto da parlarne benissimo anche alla mia compagna di viaggio, e a creare intense aspettative anche in lei.
Ma sono rimasta di nuovo sorpresa da Berlino: il mio secondo viaggio mi ha inizialmente lasciato con un grande amaro in bocca, perché quella magia che mi aveva colpito, quell'aria moderna e un po' triste, quegli edifici futuristici e particolari non c'erano più...oppure c'erano ma non mi trasmettevano più emozioni.
Tuttora non so spiegarmi perché. La mia compagna di viaggio suggerisce che sia stata proprio l'aspettativa a rovinarci la città, nonché il fatto di venire da Praga, che non solo è un gioiellino di città, con le sue colline, il suo castello, il suo fiume, dotata di un eleganza incredibile e quasi regale, ma ci aveva anche regalato due giorni di tempo splendido e sole primaverile. Mentre invece Berlino, con il suo modo un po' subdolo di mostrarsi, si è avvolta nelle nuvole proprio prima del nostro arrivo, e non ci ha nemmeno risparmiato qualche fastidioso scroscio di pioggia...anzi, parecchi.
Inizialmente la mia amica mi faceva notare come preferisse Praga mentre io non ci facevo troppo caso, ma poi dopo aver visto il più lungo tratto del Muro di Berlino ancora in piedi (la famosa East Side Gallery, adornata da numerosi graffiti, alcuni bellissimi altri di discutibile interesse...) mi sono resa conto che anche per me c'era qualcosa di strano. 

Forse era il tempo uggioso, forse la stanchezza, forse la mancanza completa di indicazioni o informazioni storiche, ma quel muro non mi aveva trasmesso molto. Allo stesso modo l'intera giornata nella ex zona est, e il giorno dopo quando ho rivisto il "dente cariato", la chiesa di cui ho parlato prima che mi aveva grandemente colpito, e che invece ho trovato quasi completamente coperta dalle impalcature per lavori di ristrutturazione...nulla, nessuna reazione. L'amore era passato!


Il secondo pomeriggio lo abbiamo passato al Museo Ebraico, un po' per interesse storico e un po per sfuggire alla pioggerellina e al vento, ed è stato sicuramente interessante. L'edificio è fatto, di nuovo, in maniera un po' futuristica e...diciamo particolare, se non discutibile. Sicuramente dall'alto dev'essere interessante (è un edificio a zig-zag, composto da una serie di linee dritte che si intersecano), ma passandoci accanto è difficile trattenere una smorfia, guardando le sue pareti grigie e spente, rotte da "feritoie" lunghe e strette disposte in varie direzioni....
L'intera architettura acquista un senso dopo essere entrati: ogni braccio rappresenta un percorso tematico, una diversa area di interesse collegata all'ebraismo e alla Shoa...un interessante modo per far riflettere su ciò che é accaduto, soprattutto nelle sale interattive. Non quelle con i computer, quelle mi hanno sinceramente disgustato. Parlo delle sale in cui davvero interagivi, con la storia e con il museo. Una sala alta e buia, senza riscaldamento, dove una porta che sbatte alle tue spalle ti fa sentire in trappola e isolato. Un'altra il cui pavimento è costituito da uno spesso strato di facce di ferro...maschere pesantissime e dalle fattezze spaventate, che gridano sotto i tuoi piedi mentre le calpesti, e raggi di luce che attraversano la stanza dandone un'atmosfera di un'intensità unica.


Un museo enorme, nel quale siamo entrate con l'idea di starci un paio d'ore e ce ne siamo rimaste 4 (e siamo pure uscite di corsa saltando alcune aree, altrimenti ci saremmo rimaste ancora di più!).
Dopodiché ho sfoderato il mio ultimo asso nella manica per ritrovare un po' dello spirito berlinese che mi aveva contagiato la prima volta: Potsdammer Platz, a mio modesto parere una delle piazze più interessanti che ho visto, molto "americana" ma con uno stile unico, e il bellissimo Sony Center, sovrastato da grandi vele bianche illuminate con colori tenui...uno spettacolo. Soprattutto, con la scuola ricordavo di esserci andata di giorno. Ritrovarmici la notte è stata un'esperienza nuova, e ho recuperato un po' di quel senso di amore e rispetto per la città. Così abbiamo passato la serata, a bere birra e a chiacchierare, riscaldate dalle coperte messe a disposizione dal bar, illuminate dalla luce rosata e azzurrina delle vele, che conferiva alla scena un'aria albeggiante...


Poi, sulla strada di casa, ci siamo fermate al Memorial to the murdered Jews of Europe, altra "attrazione" che di solito si visita durante il giorno ma a noi non piace fare le cose come si dovrebbe e ci siamo capitate a mezzanotte passata.


Non ci sono stata di giorno quindi non posso esprimere un giudizio (ho letto che c'è un "museo" sotterraneo che approfondisce le vite degli ebrei a cui è dedicato, quindi deve sicuramente essere un'esperienza più completa), ma vi assicuro che di notte ha un fascino davvero speciale. Inizialmente le casse 2711 casse per la precisione) sono basse e si vede bene davanti a sé, ma più ci si addentra nel labirinto, più queste crescono in altezza e la luce diminuisce, e ogni angolo diventa pericoloso, nulla ha più lo stesso aspetto, e sembra davvero di sentire le voci degli ebrei, gli zingari, i gay, i dissidenti e tutti coloro che sono morti nelle camere a gas naziste...
Brividi.
Infine, il colpo finale, quello che ci ha fatto aprire il cuore e ricredere sulla città, è stata vista della porta di Brandeburgo. Immensa, alta, imponente, luminosa...e proprio ieri sera che il cielo si era finalmente riaperto e il vento un pochino calmato, la città ci ha regalato questo angolo così speciale tutto per noi: non c'era una macchina, un passante, un cane...solo noi e il silenzio. Non sembra molto normale in una tale metropoli giusto? Infatti non lo sembrava...soprattuto visto che la notte precedente siamo rimaste sconvolte al vedere la metropolitana piena come a mezzogiorno, alle 5 del mattino.

E così è finita la parte tedesca del nostro viaggio. Il risultato finale è ambiguo, come avete potuto leggere...ci è piaciuta, ma si, ma no, ma forse....
Di sicuro non è semplice come Praga...è una città complessa, arrabbiata, ribelle, viva, anche un po stronza a volte...ma credo stia qui il suo fascino.


Ps: non spaventatevi se prendendo questo treno e controllando sulla mappa vi sembra di non vedere strade che colleghino la Germania con la Danimarca. È esattamente così, ma non c'è nulla di cui preoccuparsi! Il vostro trenino si imbarcherà su un traghetto senza quasi che ve ne accorgiate...
Se siete stati in Sicilia, come la mia amica che viene da li, probabilmente sarete abituati, ma per me è stata la prima volta e sembravo una bambina al suo primo giorno di scuola ;)

Corsa notturna verso Amsterdam...

Dopo treni che si dividono a metà percorso, per andare un pezzo da una parte e uno dall'altra, dopo altri che prendono traghetti e si fanno un bel pezzo di mare, siamo arrivate alla terza grande scoperta dell'interrail: il treno notturno! 
Da Copenhagen ci stiamo dirigendo verso Amsterdam, e dato che ci separano dalla nostra meta ben 15 ore di viaggio, abbiamo optato per una tratta notturna perché si, bello guardare i paesaggi, però non siamo mica pazze...!
Copenhagen ci ha colpito molto...un'altra città complessa, particolare, ricca di differenze...e a dir poco freddissima! Siamo state sfortunate con il tempo come al solito (ma va?!), per la maggior parte del tempo ci ha risparmiato la pioggia ma vento gelido e nuvoloni preoccupanti non sono mai mancati. Per raggiungere la sirenetta in particolare abbiamo rischiato di congelare e/o farci portare via da una tromba d'aria...e la sirenetta, per inciso, è un po' triste...la statua in sè è anche carina, ma le hanno costruito intorno tutte le fabbriche della città...mentre cercavo di fare qualche bella foto mi ritrovavo sempre a inquadrare un capannone, o una ciminiera fumosa o una nave da carico. Non mi meraviglia il suo sguardo triste, davanti a un tale scempio. Non credo che stia male per il suo amato principe umano, ma per la deturpazione della sua terra.
L'altro must di una visita a Copenhagen è la vietta con tutte le case colorate sul canale, chiamata Nyhavn. Davvero caratteristica e allegra, ma pensateci due volte prima di tornarci la sera. É costellata di ristorantini e locali carinissimi, ma hanno prezzi proibitivi (questo un po' ovunque a Copenhagen, visto che abbiamo mangiato da McDonald per risparmiare e ci siamo ritrovate comunque a spendere 9€ di menù) e non c'è davvero un'anima in giro. Forse il venerdì (ci hanno spiegato essere il nostro sabato sera) e un pochino anche il sabato, ma di sicuro non d'inverno in settimana.
La grande scoperta della vacanza invece è stata Christiania. La conoscete? No, non è una chiesa...è un quartiere hippy. Per la precisione un quartiere occupato da hippy negli anni '70, ostacolato e odiato dal governo centrale, ma in qualche modo tollerato e lasciato in pace a vivere con le sue piccole, particolari regole. 
Io avevo letto di questo posto e volevo assolutamente visitarlo, aspettandomi un quartiere desolato e sporco, pieno di barboni, pericoloso, ma sicuramente caratteristico. Mi ero fatta questa idea perché avevo letto che non era possibile fare fotografie, e nel caso si trasgredissero le regole le conseguenze avrebbero potuto essere imprevedibili...suona un po' spaventoso no?
Quello che però in internet non ho letto è che ci sono molte più regole, tra cui la completa proibizione di droghe pesanti e dell'uso della violenza per qualsiasi ragione. In poche parole questa comunità ha deciso (e non so come ci é riuscita) di autoproclamarsi autonoma, rendere legale l'uso della cannabis, vivere in pace senza rotture di palle dal governo e dall'ambiente esterno e rimanere comunque abbastanza "nascosta", poco commerciale o turistica, autentica. Quindi, sedendovi a qualche delizioso e caratteristico bar in Christiania, potrete ammirare un branco di persone interessanti e quantomeno divertenti e uniche, se siete fortunati perfino parlarci. Non potete immaginare che gente ci sia! I locali, quelli autentici, sono i migliori...
Potrete anche fare un giro nel "green light district", un posto meraviglioso che avrei voluto fotografare da morire per gli splendidi graffiti...e, bè, per tutto il resto. Scimmiottando il famoso quartiere porno di Amsterdam, questo luogo invece di vendere donne nude offre erba e fumo, e invece di essere in vetrina si può ammirare il tutto direttamente dai venditori, dotati di banchetti coperti da teli di cerata mimetica (è stata la loro risposta alle richieste del governo danese di "rendere meno evidente il commercio di stupefacenti". Geniali!).
I miei timori di un posto pericoloso si sono rivelati completamente infondati: le persone, nemmeno troppo numerose poi, vagano sorridenti e stordite, e se si mettono a chiacchierare condividono idee e ragionamenti dei più assurdi senza alcun secondo fine. Certo, non ho nemmeno provato a tirare fuori la macchina fotografica e vi invito a fare lo stesso; in caso contrario non saprei dire cosa potrebbe succedere, ma il divieto di fotografie è decisamente esplicito e si trova OVUNQUE.
Per questo posso solo invogliarvi mostrandovi l'ingresso di questo paese dei balocchi tutto danese, che già lascia intendere molto di come possa essere l'interno (consiglio: appena varcate il cancello voltatevi, e godetevi la scritta "welcome to EU": siete in un altro paese gente!).


Ma ora torniamo all'interrail. In senso stretto, questa é la nostra ultima tappa (infatti da Amsterdam a Londra andremo in bus, poiché conveniva terribilmente rispetto al costosissimo treno che collega Londra alla terraferma).
Avevo molte preoccupazioni legate a questa tratta: comincio col dire che NESSUN TRENO NOTTURNO È COMPRESO NEL BIGLIETTO INTERRAIL. Purtroppo, dovrete sempre prenotare un posto e pagare, pure caro oserei dire, almeno con i treni Bahn che collegano tutto il nord Europa.
La buona notizia è che pagherete solo un supplemento, il cui prezzo è molto variabile (e credetemi, non vorreste dover pagare il prezzo pieno...!). La nostra tratta costava: 
-12€ per prenotare solo la poltrona, quindi senza nessun letto e la prospettiva di 15 ore molto lunghe...
-24€ circa per la couchette a 6 posti, più comoda ma a dir poco affollata come idea...
-sui 30€ per la couchette a 4 letti, sicuramente interessante per avere la speranza di un po più di privacy (e spazio!).
Per quanto riguarda le soluzioni di categoria superiore non vi saprei dire il prezzo, perché ho eliminato quella possibilità fin dalla prima volta che ho visto i prezzi: si saliva sopra il centinaio, e non mi sembrava troppo il caso. Considerato che una notte in treno fa "risparmiare" una notte in hotel, un prezzo tra i 20 e i 40€ può essere accettabile, ma sopra mi pare esagerato.
Non vi nascondo la fatica di compiere questa scelta. Ogni opzione aveva i suoi pro e i contro: ok risparmiamo, ma poi come ci arriviamo al mattino ad Amsterdam? Ok paghiamo di più e dormiamo, ma l'idea di condividere una stanza di 1 metro per 2 con 4 sconosciuti in minuscoli letti a castello non è proprio allettante...
Alla fine abbiamo comunque optato per questa opzione (6 letti) perché abbiamo scoperto una cosa...una cosa molto utile...soprattuto alle ragazze!
DONNE, ASCOLTATEMI! Approfittate del vostro status privilegiato guisto su un paio di cose in questo mondo maschilista, e chiedete una cabina woman-only! È nei vostri diritti. Se vi va grassa come a noi, verrete spostate in una tutta per voi. Ovviamente, per loro è più comodo darvi una cabina vuota piuttosto che assicurarsi che nella vostra non ci siano maschi. Comodo no? Così ci siamo ritrovate in una couchette da 6 in 2! Io sono comodamente seduta sui sedili di sotto (come nel nostro regionale, una lunga panca "moquettosa" per 3 persone circa, il cui schienale però si alza e diventa il primo piano di un letto a castello composto da 3 piani), mentre la mia compagna di viaggio già dorme come un ghiro nel suo lettino all'ultimo piano. Purtroppo lo spazio è angusto e ho faticato a fare una foto decente, ma questo è quella che per stanotte chiameremo "casa".


Ed ecco a voi il letto all'ultimo piano, fatto nel modo migliore possibile considerato che per mettere le lenzuola devi trovare un modo per farle passare sotto le tue stesse ginocchia...! Ah, persone alte, astenetevi: io ci sto a malapena e sono alta 1,75m.


A breve andrò a testarlo, e nel prossimo post assegnerò un punteggio alla qualità della dormita. Per ora il trucco della camera solo femminile è stato molto apprezzato, e il livello di privacy è eccellente!
Un'ultima accortezza, interrailers...la carrozza ristorante sul nostro treno non era particolarmente cara, ma vi consiglio ugualmente di portarvi qualcosa da casa. Tante schifezze da mangiare, magari una birretta, e il viaggio passerà meglio!

Buona notte a tutti...io continuo a sfrecciare verso l'Olanda tra un sogno e l'altro.

lunedì 17 marzo 2014

Viaggiando per l'Europa in Interrail: Praga - Berlino

Eccoci qui. Stazione di Dresden, Germania, il treno parte leggermente in ritardo (strano, qui...), destinazione Berlino! Comincia oggi la parte avventurosa del nostro viaggio: il vero e proprio Interrail, girare di città in città e di nazione in nazione muovendosi solo con il treno. 
È un metodo "economico" e "comodo" per girare diverse città in una sola vacanza e VEDERE davvero tanti posti (anche perché, diversamente da aereo e nave, ti permette di goderti i paesaggi in modo unico). 
Ho usato le virgolette perché quei termini vanno presi con le pinze: è economico nel senso che paghi un solo biglietto del treno dal costo variabile (noi abbiamo scelto il global pass flessibile, che consente di girare più nazioni in giorni non consecutivi, per 5 giorni su 10 di validità) a partire da circa 170€ per la categoria Youth (fino ai 25 anni). Con questo puoi salire su tutti i treni che partecipano al programma Interrail...ovvero su tutti i regionali d'Europa. Tutti i treni senza prenotazione obbligatoria, per le ferrovie aderenti all'iniziativa, sono compresi. Ma questo significa lunghi viaggi lenti, spesso con molteplici scali, ritardi, problemi...per questo ho detto "comodo".
Per farvi un esempio, non avevamo minimamente programmato di finire a Dresden, per quanto abbiamo successivamente scoperto essere una bellissima città: siamo partite stamattina da Praga, io e un'altra amica più matta di me, dove siamo arrivate in volo due giorni fa per iniziare il nostro viaggio di laurea. Ci siamo fermate due notti e tre giorni, più che sufficienti per "fall in love with Prague" come ci ha detto una ragazza del luogo poco dopo il nostro arrivo...una città bellissima, pulita, elegante, romantica......


Ed economica!!! Abbiamo speso in totale 55€, prelevati all'arrivo in corone ceche, includendo pasti frugali, tanta birra, ingressi in discoteca e all'ice bar (andateci, il costo è relativamente alto la sera ma include l'ingresso ad una fantastica discoteca a 5 piani), schifezze da mangiare in camera e anche una notevole cena a base di prodotti tipici locali! Non male insomma!!
Bene, dopo aver passato due splendidi giorni in Repubblica Ceca, il nostro programma prevedeva un cambio di nazione, tappa successiva Berlino. Mi ero informata parecchio su tutti i collegamenti prima di partire, essendo la nostra prima volta e viaggiando da sole abbiamo preferito sacrificare un po' della libertà di vagabondare in cambio di un itinerario fissato in precedenza e un po' più di organizzazione. Quindi credevo di avere informazioni quantomeno accurate, ottenute confrontando dati dal sito ufficiale di Interrail e da altri minori, e che i treni sarebbero stati quando e dove dovevamo essere. Invece no, e stamattina siamo arrivate in stazione alle 12 convinte di dover prendere un treno diretto per Berlino, e abbiamo scoperto che invece non solo non ce n'erano e avremmo dovuto cambiare 2 treni e un autobus, ma che il primo era anche 40'' in ritardo e ci avrebbe fatto perdere le altre coincidenze. Tutto ciò parlando con persone dall'inglese a dir poco stentato e dalla propensione all'aiuto minima.
Panico? Un pochino si...è normale...sei in un paese straniero, con lingua differente, sai di dover arrivare in un certo posto ma non sai come...bisogna sapersi ingegnare, essere attivi, chiedere, farsi capire anche a gesti, non farsi prendere dal panico
Siamo finalmente riuscite a prendere il treno giusto, a scendere alla fermata giusta, trovare l'autobus nella famosissima città di Ústí (?!?!), fare un giro arrivati a Dresden e nuovamente imbarcarci per Berlino. E la giornata è volata, tra due chiacchiere, qualche bel paesaggio e tante foto.
E questo è solo l'inizio...tra 3 giorni ci muoveremo di nuovo, destinazione Copenhagen...e chissà lì! Con la prospettiva di fare non più 4 ore, ma più di 6 di treno.......
Vedremo! Per adesso le difficoltà hanno dato interesse al viaggio...cosa dovremmo raccontare altrimenti una volta tornate a casa? ;)
Berlino arriviamooooo!!!

lunedì 10 marzo 2014

Finito un viaggio...ne iniziano tanti altri!

Dopo mesi di silenzio stampa, ritorna a grande richiesta la Ragazza con la Valigia per raccontarvi come è finito il suo viaggio esistenziale negli States...e soprattutto introdurvi alle nuove politiche del blog! Non avrete mica pensato che sarebbe finito qui no? ;)

Sono stata terribilmente scortese a lasciare i miei (pochi) lettori senza aggiornamenti sulla fine della mia esperienza californiana. Per farmi perdonare, farò un veloce resoconto di come è andata (cercherò di essere concisa, ma se mi avete letto finora saprete che non è il mio forte....).

Per farlo, mi baserò su un post che ho scritto ormai sette mesi fa, quello in cui mi ponevo degli obiettivi da raggiungere durante la mia esperienza come Exchange student in California. Da allora non ci ho più veramente pensato, col passare del tempo mi ritrovavo sempre più serena e soddisfatta e ho ritenuto di averli realizzati, ma non mi sono davvero messa ad analizzarli. Vediamo quindi insieme cosa ho realizzato...e cosa no.

"- voglio crescere come persona: [...] significa tornare sentendosi più maturi di prima e con degli strumenti in più per affrontare la vita"
Era quello che mi sembrava più vago e difficile, e invece paradossalmente è quello sul quale ho meno dubbi. E' un . Sono innumerevoli gli ambiti della mia vita su cui già vedo gli effetti; 
in senso strettamente pratico, a livello lavorativo: appena rientrata mi sono messa alla ricerca di uno stage, e ho inoltrato una candidatura all'ufficio marketing di L'Oréal. Si, proprio quello, il gigante della cosmesi. Sono stata richiamata quasi subito e sottoposta ad una trafila di colloqui (4 per la precisione) che ho superato tutti con successo....tranne l'ultimo, dove evidentemente hanno trovato qualcuno più preparato di me. Ma non è questo il punto. 
Il punto è che mi sono chiesta più volte perchè mi avessero richiamato, a me che non ho un gran profilo lavorativo, che non ero nemmeno laureata, che avevo fatto una facoltà un po' ridicola...perchè io? Poi, al secondo colloquio, quello di gruppo, mi hanno involontariamente risposto: l'headhunter ci ha spiegato quali fossero i 7 "talenti" che avevano visto in noi e che li avevano spinti a farci incontrare tutti in quella stanza, e tra di essi c'era proprio un esperienza di studio/lavoro all'estero...non ci credete? Lì per lì nemmeno io...ma vi assicuro che è così. Ok, lo so cosa pensate, "si ma non ti hanno mica presa alla fine", e avete ragione...ma ho passato 3 colloqui su 4, e ci hanno detto di aver originariamente ricevuto 40 mila CV...allora, adesso capite che significa?
Tra l'altro questo va anche a confermare l'altro articolo da me postato sull'importanza di un'esperienza all'estero nella ricerca di un impiego...posso affermare con un certo margine di certezza che la risposta è NI: non assicura di essere assunti, ma è assolutamente una carta in più da giocare sul proprio Curriculum Vitae.
Ma non solo: da quando sono tornata sento che in me qualcosa è cambiato. Mi sento diversa, più serena, più positiva, meno angosciata e...in definitiva, più a mio agio con me stessa. Pensate che stia esagerando vero? Non è così...
Avevo scritto nel mio primo post di quanto mi sentissi "stretta" nella mia routine, delle mie ansie per il futuro, della mia ricerca di avventura, dei miei problemi con me stessa e perchè no, avevo anche fatto intendere di non stare proprio in un momento idilliaco con il mio ragazzo. Ora che sono tornata...bè sono uguale.
Cosa volete? Sono andata in America non a meditare con il Dalai Lama!
Però a parte gli scherzi, sono anche diversa. Mi sono trovata. Ho fatto quel qualcosa per me che mi ha fatto riprendere il controllo della mia vita. E questo ha in primis influito in maniera positiva sul rapporto con il mio ragazzo: non vi nego quanto sia stato difficile, tremendamente per me ma non immagino nemmeno quanto per lui...a volte sembrava difficile, a volte impossibile, ma poi sono tornata e ci siamo riabbracciati. Ci è voluto un po' per riprenderci le nostre abitudini e la nostra intimità, ma ora...siamo più affiatati che mai. E' come se stare separati ci avesse da un lato fatto diventare più autonomi, meno morbosi, più liberi e maturi come coppia...e dall'altro ci avesse fatto rendere conto di quanto dobbiamo davvero essere importanti l'uno per l'altra, visto che siamo riusciti a sopravvivere ad un tale ostacolo. E' stata una sfida enorme, ma superarla ha portato più benefici di quanti mai me ne sarei aspettata.
Inoltre ho guadagnato fiducia in me stessa...ricordate quel mio post sull'homesickness? Devo ammetterlo, non è stato un viaggio facile, e direi che tutto il primo mese mi sono sentita un pesce fuor d'acqua...estranea e non apprezzata. Il mio errore, col senno di poi, è stato quello di fossilizzarmi a fare cose che non mi piacevano con persone con cui non andavo d'accordo, solo perchè avevo paura che se mi fossi staccata da loro sarei rimasta sola. Le persone che avevo incontrato in aeroporto, le prime sul suolo americano, erano diventati il mio "gruppo", ma non perchè li avessi scelti, solo perchè mi erano capitati lì. E all'inizio andava bene, ma questa nostra amicizia ci ha isolato dal resto del gruppo. E quando mi sono resa conto di questo, era troppo tardi e ci eravamo auto-esclusi. Ci ho messo un bel po' prima di realizzarlo, ma poi un giorno mi sono accorta di cosa stavo facendo e...sono cambiata. Ho semplicemente smesso di correre dietro alle persone, smesso di cercare di far andare le cose come volevo io, smesso di lamentarmi. Mi sono staccata dal gruppo e mi sono aperta ad altri. E in meno di 24 ore dal momento in cui avevo realizzato tutto ciò, avevo già dei nuovi "amici-conoscenti"...che poi sono diventati amici, che poi sono stato il gruppo più bello che potessi desiderare e sento ancora. Cosa può fare una piccola presa di coscienza eh? :)
Questa cosa apparentemente "localizzata" lì, me la sono inaspettatamente portata dietro sotto forma di una maggiore fiducia in me stessa: sapere che ho affrontato delle difficoltà e che sono riuscita a superarle, a cambiare la mia situazione consapevolmente, mi ha fatto capire quanto può fare la volontà e, anche adesso, mi sento meglio con me stessa e più positiva verso il futuro.
Infine, accorgermi di come le cose abbiano cominciato a migliorare nell'esatto momento in cui ho smesso di impuntarmi per far andare le cose come volevo IO e ho cominciato a seguire la corrente degli eventi, adattandomi invece di fare resistenza, mi ha insegnato che NON SERVE STRESSARSI. Ovvio, è impossibile evitarlo completamente, ma adesso vivo gli eventi che mi capitano in modo meno "duro", cerco di essere flessibile, aperta, positiva...e mi sento molto più leggera.

Che ne dite, sono cresciuta come persona si o no? ;)

"- voglio apprezzare il mio paese conoscendo l' "altro"[...] maturità è anche capire i limiti di ciò che sembra fantastico, patriottismo è apprendere dal di fuori per cercare di cambiare dal di dentro, e un'esperienza all'estero non può trasformarsi solo in un motivo di rimpianto per essere tornata a casa."
Anche questo è un bell'obiettivo da spuntare sulla mia lista. Al contrario di molti, sono tornata a casa con una profonda consapevolezza delle mie radici, e di quanto queste si trasformassero in evidenti differenze culturali. Ritrovarmi infastidita davanti al modo ordinato e preciso di fare la fila degli americani, rendermi conto di gesticolare quando pensavo di essere un'eccezione alla regola dell'"italiano che parla con le mani", riscoprire il mio amore per il cibo italiano, accorgermi di essere sempre quella che propone di infrangere le regole invece di seguirle...mi sono accorta di quanto tanti luoghi comuni e pregiudizi siano veri, e di quanto siano parte integrante del mio carattere e vengano fuori proprio nel momento di incontro con le altre culture. Questo è sia un bene che un male: da un lato mi sono sentita davvero un pessimo soggetto e ho capito perchè tanti altri popoli ci prendano in giro, ma dall'altra ho anche realizzato che gli italiani hanno delle doti culturali, un atteggiamento leggero e diretto, un'apertura mentale, un ingegno pungente (che purtroppo utilizziamo prevalentemente per trovare modi di sfuggire alle regole, ma va be'...)...insomma, per certi versi mi sono resa conto di quanto mi piaccia essere italiana
Inoltre mi sono scoperta PATRIOTTICA, quando in Italia non lo sono mai stata, anzi ero sempre in prima linea al momento di criticare il mio paese. Quando in California sentivo un commento sull'Italia, soprattutto a livello politico, mi scaldavo come mai in vita mia. Quando guardavamo qualche video divertente sulle differenze tra culture, o per scherzo veniva fuori qualche pregiudizio sulla mia gente...mi offendevo in maniera quasi esagerata. Questo mi ha spinto a volermi informare, a voler cambiare le cose, a volerne prendere parte: mi sono informata di politica, ho letto giornali, mi sono fatta una mia idea...e sono tornata a casa con un maggiore apprezzamento verso la mia cultura, un maggiore interesse verso le sorti del mio paese, e un occhio critico molto sviluppato che mi permette di fare continuamente paragoni costruttivi tra l'Italia e l'America, e anche altri paesi con i cui rappresentanti ho avuto modo di parlare e discutere.

"- voglio conoscere gente dal mondo per diventare una cittadina del mondo. [...] conoscere, in senso profondo, culture diverse, accorgermi delle differenze...qui non solo conoscerò gli USA, ma il Giappone, l'Australia, la Germania, l'India......."
Direi che mi sono già spiegata al punto precedente, ma vorrei aggiungere che davvero ho conosciuto il MONDO. Anzi, ho avuto la fortuna di conoscere in profondità alcuni americani molto intelligenti e interessanti dal punto di vista umano e culturale, con i quali ho parlato tanto e grazie ai quali mi sono arricchita sotto ogni punto di vista. Ma ad essere sincera ho conosciuto in maniera approfondita soprattutto altri studenti Exchange, come me...i miei amici principalmente venivano da Ecuador, Sud Africa, Francia, Hong Kong, Giappone, Turchia, Australia, Germania, Inghilterra, Messico, e molti altri.
Ho imparato a riconoscere i vari accenti in lingua inglese, ho visto come i giapponesi dicano "sì" anche quando vogliano dire "no" perchè influenzati dalla loro cultura collettivista, ho scoperto che Hong Kong è uno stato separato con idioma, passaporto, moneta e governo diversi, che in Sud Africa esiste una lingua chiamata Zulu in cui c'è un fonema che è si ottiene schioccando la lingua contro il palato, che il modo di contare con le dita è diverso da paese a paese (l'1 si fa a volte col pollice, altre con l'indice, altre ancora con il mignolo....!). Se solo potessi dirvi qui tutto ciò che ho imparato, tutte le stranezze con cui sono venuta in contatto, tutte le storie diverse che ho sentito...ora sento che ognuno di questi paesi è un po' casa mia, che ho fratelli e sorelle a distanza di interi oceani, che il mio piccolo mondo si è allargato fino a comprenderne tanti altri...e non potrò mai esprimere a parole quanto tutto questo mi abbia arricchito, e quanto mi arricchirà in futuro.

"- infine, vorrei davvero chiarirmi le idee sul mio futuro. [...] pensare a quale scelta fare, [...]. Ho le idee molto confuse su cosa voglio essere e su come diventarlo...spero che conoscere questa realtà nuova e tanta gente dal mondo allarghi i miei orizzonti e le mie prospettive, e di tornare con un'idea più chiara sul mio futuro."
Questo è probabilmente l'obiettivo che mi rende più perplessa. L'ho realizzato? No, devo ammettere di no. Sono più confusa di prima su cosa fare, dove farlo e con che scopo.
Ma ho scoperto una marea di nuove cose di cui mi sono innamorata. In primis la fotografia. Il corso che ho fatto mi ha insegnato le basi della fotografia digitale e dell'editing fotografico, il che non guasta mai, e mi ha fatto scoprire una passione grandissima. Mi ha fatto vedere cose nuove, che prima non vedevo, o mi ha fatto guardare quelle vecchie con un altro sguardo. Ho scoperto la bellezza di immortalare un momento in una foto, non solo un ricordo, ma un'espressione, un colore, un significato. Probabilmente non diventerà mai la mia professione, ma adesso ho una bellissima Nikon D5100 con doppio obiettivo che mi accompagnerà in ogni avventura, amata sostituta della splendida Canon che mi ha prestato la professoressa di fotografia al Pitzer college e che mi ha accompagnato in ogni momento come la mia ombra.
Ho anche scoperto di amare la psicologia. Ho un po' di rimpianti su questo, perchè per un po' avevo creduto di aver trovato la mia strada, volevo mollare tutto e studiare psicologia. Poi ho accantonato l'idea perchè ciò che mi piace è studiare il cervello e il comportamento umano, ma non voglio diventare una psicologa. Ma quei 4 mesi di studio a dir poco intenso, la tesina finale, gli approfondimenti personali, il libro meraviglioso e costosissimo su cui ho studiato...mi hanno aperto una finestra sui miei comportamenti e su quelli degli altri, mi hanno spiegato cose che credevo inspiegabili, e hanno completamente sovvertito idee che avevo e che erano delle errate certezze
Addirittura ho maturato una convinzione: psicologia generale dovrebbe essere un esame obbligatorio per tutte le facoltà, perchè non puoi capire il mondo in cui vivi se non studi come funziona il cervello umano.
In sintesi, sono tornata a casa più confusa di prima. Non so cosa farò, nè come, nè dove...non so nemmeno il perché. Ma, forse proprio grazie al primo obiettivo raggiunto, la cosa non mi spaventa poi così tanto. Qualcosa farò. E se tutto fallisce, se non trovo niente, se non ce la faccio...ho tanti amici in tutto il mondo pronti a darmi una mano se decido di emigrare, e la consapevolezza di saper affrontare qualsiasi esperienza. E scusate se è poco!


Direi che sono stata pittosto chiara e ho detto molto di ciò che volevo dire...quanto all'essere concisa, ho miseramente fallito. Ma certe pagine di blog sono più di un resoconto o un consiglio di viaggio: sono vita vissuta. Una traccia indelebile di emozioni lasciata sul web. E se sei arrivato fin qui a leggere, spero di non averti annoiato troppo, di averti dato qualche spunto interessante, o quantomeno di esserti stata simpatica! :)

Cosa farò adesso? Cosa ne sarà di questo blog? La mia esperienza in America è conclusa, il mio GRANDE VIAGGIO è finito e con oggi ho anche scritto la sua ultima pagina. E' la fine.........

Ma la fine di cosa? Quanti viaggi ci sono dopo? Quante piccole vacanze, grandi avventure, nuove esperienze...forse posso essere ancora utile.
La Ragazza con la Valigia non si ferma gente. Non ha ancora trovato se stessa, forse qualche pezzo sì, ma la strada è ancora lunga...e la mia valigia è già pronta per una nuova partenza.

Tra pochi giorni partirò per il viaggio più avventuroso che potessi desiderare come viaggio di laurea: un INTERRAIL del nord Europa. 15 giorni di viaggio, 5 città da visitare (Praga, Berlino, Copenhagen, Amsterdam, Londra), tanti treni da prendere...e con me ci saranno una macchina fotografica e un cellulare, pronta a raccontare qui tutto ciò che mi capita.

Signori e signore, da oggi divento una TRAVEL BLOGGER! Nei miei post ci saranno un po' meno paturnie, un po' meno angosce e considerazioni esistenziali, ma tanti tanti consigli di viaggio e simpatia! Dove andare, cosa visitare e perché. Ovviamente, però, nello stile unico della Ragazza con la Valigia. E poi, perché no? Ho fatto tanti bei viaggi anche durante il mio soggiorno in California (ho qualche Road Trip da consigliarvi assolutamente), e anche prima di allora ho visitato qualche piccola gemma poco conosciuta come Cipro...ne ho di cose da raccontare anche se non le scrivo live!!!

La Ragazza con la Valigia inizia un nuovo viaggio.....