lunedì 10 marzo 2014

Finito un viaggio...ne iniziano tanti altri!

Dopo mesi di silenzio stampa, ritorna a grande richiesta la Ragazza con la Valigia per raccontarvi come è finito il suo viaggio esistenziale negli States...e soprattutto introdurvi alle nuove politiche del blog! Non avrete mica pensato che sarebbe finito qui no? ;)

Sono stata terribilmente scortese a lasciare i miei (pochi) lettori senza aggiornamenti sulla fine della mia esperienza californiana. Per farmi perdonare, farò un veloce resoconto di come è andata (cercherò di essere concisa, ma se mi avete letto finora saprete che non è il mio forte....).

Per farlo, mi baserò su un post che ho scritto ormai sette mesi fa, quello in cui mi ponevo degli obiettivi da raggiungere durante la mia esperienza come Exchange student in California. Da allora non ci ho più veramente pensato, col passare del tempo mi ritrovavo sempre più serena e soddisfatta e ho ritenuto di averli realizzati, ma non mi sono davvero messa ad analizzarli. Vediamo quindi insieme cosa ho realizzato...e cosa no.

"- voglio crescere come persona: [...] significa tornare sentendosi più maturi di prima e con degli strumenti in più per affrontare la vita"
Era quello che mi sembrava più vago e difficile, e invece paradossalmente è quello sul quale ho meno dubbi. E' un . Sono innumerevoli gli ambiti della mia vita su cui già vedo gli effetti; 
in senso strettamente pratico, a livello lavorativo: appena rientrata mi sono messa alla ricerca di uno stage, e ho inoltrato una candidatura all'ufficio marketing di L'Oréal. Si, proprio quello, il gigante della cosmesi. Sono stata richiamata quasi subito e sottoposta ad una trafila di colloqui (4 per la precisione) che ho superato tutti con successo....tranne l'ultimo, dove evidentemente hanno trovato qualcuno più preparato di me. Ma non è questo il punto. 
Il punto è che mi sono chiesta più volte perchè mi avessero richiamato, a me che non ho un gran profilo lavorativo, che non ero nemmeno laureata, che avevo fatto una facoltà un po' ridicola...perchè io? Poi, al secondo colloquio, quello di gruppo, mi hanno involontariamente risposto: l'headhunter ci ha spiegato quali fossero i 7 "talenti" che avevano visto in noi e che li avevano spinti a farci incontrare tutti in quella stanza, e tra di essi c'era proprio un esperienza di studio/lavoro all'estero...non ci credete? Lì per lì nemmeno io...ma vi assicuro che è così. Ok, lo so cosa pensate, "si ma non ti hanno mica presa alla fine", e avete ragione...ma ho passato 3 colloqui su 4, e ci hanno detto di aver originariamente ricevuto 40 mila CV...allora, adesso capite che significa?
Tra l'altro questo va anche a confermare l'altro articolo da me postato sull'importanza di un'esperienza all'estero nella ricerca di un impiego...posso affermare con un certo margine di certezza che la risposta è NI: non assicura di essere assunti, ma è assolutamente una carta in più da giocare sul proprio Curriculum Vitae.
Ma non solo: da quando sono tornata sento che in me qualcosa è cambiato. Mi sento diversa, più serena, più positiva, meno angosciata e...in definitiva, più a mio agio con me stessa. Pensate che stia esagerando vero? Non è così...
Avevo scritto nel mio primo post di quanto mi sentissi "stretta" nella mia routine, delle mie ansie per il futuro, della mia ricerca di avventura, dei miei problemi con me stessa e perchè no, avevo anche fatto intendere di non stare proprio in un momento idilliaco con il mio ragazzo. Ora che sono tornata...bè sono uguale.
Cosa volete? Sono andata in America non a meditare con il Dalai Lama!
Però a parte gli scherzi, sono anche diversa. Mi sono trovata. Ho fatto quel qualcosa per me che mi ha fatto riprendere il controllo della mia vita. E questo ha in primis influito in maniera positiva sul rapporto con il mio ragazzo: non vi nego quanto sia stato difficile, tremendamente per me ma non immagino nemmeno quanto per lui...a volte sembrava difficile, a volte impossibile, ma poi sono tornata e ci siamo riabbracciati. Ci è voluto un po' per riprenderci le nostre abitudini e la nostra intimità, ma ora...siamo più affiatati che mai. E' come se stare separati ci avesse da un lato fatto diventare più autonomi, meno morbosi, più liberi e maturi come coppia...e dall'altro ci avesse fatto rendere conto di quanto dobbiamo davvero essere importanti l'uno per l'altra, visto che siamo riusciti a sopravvivere ad un tale ostacolo. E' stata una sfida enorme, ma superarla ha portato più benefici di quanti mai me ne sarei aspettata.
Inoltre ho guadagnato fiducia in me stessa...ricordate quel mio post sull'homesickness? Devo ammetterlo, non è stato un viaggio facile, e direi che tutto il primo mese mi sono sentita un pesce fuor d'acqua...estranea e non apprezzata. Il mio errore, col senno di poi, è stato quello di fossilizzarmi a fare cose che non mi piacevano con persone con cui non andavo d'accordo, solo perchè avevo paura che se mi fossi staccata da loro sarei rimasta sola. Le persone che avevo incontrato in aeroporto, le prime sul suolo americano, erano diventati il mio "gruppo", ma non perchè li avessi scelti, solo perchè mi erano capitati lì. E all'inizio andava bene, ma questa nostra amicizia ci ha isolato dal resto del gruppo. E quando mi sono resa conto di questo, era troppo tardi e ci eravamo auto-esclusi. Ci ho messo un bel po' prima di realizzarlo, ma poi un giorno mi sono accorta di cosa stavo facendo e...sono cambiata. Ho semplicemente smesso di correre dietro alle persone, smesso di cercare di far andare le cose come volevo io, smesso di lamentarmi. Mi sono staccata dal gruppo e mi sono aperta ad altri. E in meno di 24 ore dal momento in cui avevo realizzato tutto ciò, avevo già dei nuovi "amici-conoscenti"...che poi sono diventati amici, che poi sono stato il gruppo più bello che potessi desiderare e sento ancora. Cosa può fare una piccola presa di coscienza eh? :)
Questa cosa apparentemente "localizzata" lì, me la sono inaspettatamente portata dietro sotto forma di una maggiore fiducia in me stessa: sapere che ho affrontato delle difficoltà e che sono riuscita a superarle, a cambiare la mia situazione consapevolmente, mi ha fatto capire quanto può fare la volontà e, anche adesso, mi sento meglio con me stessa e più positiva verso il futuro.
Infine, accorgermi di come le cose abbiano cominciato a migliorare nell'esatto momento in cui ho smesso di impuntarmi per far andare le cose come volevo IO e ho cominciato a seguire la corrente degli eventi, adattandomi invece di fare resistenza, mi ha insegnato che NON SERVE STRESSARSI. Ovvio, è impossibile evitarlo completamente, ma adesso vivo gli eventi che mi capitano in modo meno "duro", cerco di essere flessibile, aperta, positiva...e mi sento molto più leggera.

Che ne dite, sono cresciuta come persona si o no? ;)

"- voglio apprezzare il mio paese conoscendo l' "altro"[...] maturità è anche capire i limiti di ciò che sembra fantastico, patriottismo è apprendere dal di fuori per cercare di cambiare dal di dentro, e un'esperienza all'estero non può trasformarsi solo in un motivo di rimpianto per essere tornata a casa."
Anche questo è un bell'obiettivo da spuntare sulla mia lista. Al contrario di molti, sono tornata a casa con una profonda consapevolezza delle mie radici, e di quanto queste si trasformassero in evidenti differenze culturali. Ritrovarmi infastidita davanti al modo ordinato e preciso di fare la fila degli americani, rendermi conto di gesticolare quando pensavo di essere un'eccezione alla regola dell'"italiano che parla con le mani", riscoprire il mio amore per il cibo italiano, accorgermi di essere sempre quella che propone di infrangere le regole invece di seguirle...mi sono accorta di quanto tanti luoghi comuni e pregiudizi siano veri, e di quanto siano parte integrante del mio carattere e vengano fuori proprio nel momento di incontro con le altre culture. Questo è sia un bene che un male: da un lato mi sono sentita davvero un pessimo soggetto e ho capito perchè tanti altri popoli ci prendano in giro, ma dall'altra ho anche realizzato che gli italiani hanno delle doti culturali, un atteggiamento leggero e diretto, un'apertura mentale, un ingegno pungente (che purtroppo utilizziamo prevalentemente per trovare modi di sfuggire alle regole, ma va be'...)...insomma, per certi versi mi sono resa conto di quanto mi piaccia essere italiana
Inoltre mi sono scoperta PATRIOTTICA, quando in Italia non lo sono mai stata, anzi ero sempre in prima linea al momento di criticare il mio paese. Quando in California sentivo un commento sull'Italia, soprattutto a livello politico, mi scaldavo come mai in vita mia. Quando guardavamo qualche video divertente sulle differenze tra culture, o per scherzo veniva fuori qualche pregiudizio sulla mia gente...mi offendevo in maniera quasi esagerata. Questo mi ha spinto a volermi informare, a voler cambiare le cose, a volerne prendere parte: mi sono informata di politica, ho letto giornali, mi sono fatta una mia idea...e sono tornata a casa con un maggiore apprezzamento verso la mia cultura, un maggiore interesse verso le sorti del mio paese, e un occhio critico molto sviluppato che mi permette di fare continuamente paragoni costruttivi tra l'Italia e l'America, e anche altri paesi con i cui rappresentanti ho avuto modo di parlare e discutere.

"- voglio conoscere gente dal mondo per diventare una cittadina del mondo. [...] conoscere, in senso profondo, culture diverse, accorgermi delle differenze...qui non solo conoscerò gli USA, ma il Giappone, l'Australia, la Germania, l'India......."
Direi che mi sono già spiegata al punto precedente, ma vorrei aggiungere che davvero ho conosciuto il MONDO. Anzi, ho avuto la fortuna di conoscere in profondità alcuni americani molto intelligenti e interessanti dal punto di vista umano e culturale, con i quali ho parlato tanto e grazie ai quali mi sono arricchita sotto ogni punto di vista. Ma ad essere sincera ho conosciuto in maniera approfondita soprattutto altri studenti Exchange, come me...i miei amici principalmente venivano da Ecuador, Sud Africa, Francia, Hong Kong, Giappone, Turchia, Australia, Germania, Inghilterra, Messico, e molti altri.
Ho imparato a riconoscere i vari accenti in lingua inglese, ho visto come i giapponesi dicano "sì" anche quando vogliano dire "no" perchè influenzati dalla loro cultura collettivista, ho scoperto che Hong Kong è uno stato separato con idioma, passaporto, moneta e governo diversi, che in Sud Africa esiste una lingua chiamata Zulu in cui c'è un fonema che è si ottiene schioccando la lingua contro il palato, che il modo di contare con le dita è diverso da paese a paese (l'1 si fa a volte col pollice, altre con l'indice, altre ancora con il mignolo....!). Se solo potessi dirvi qui tutto ciò che ho imparato, tutte le stranezze con cui sono venuta in contatto, tutte le storie diverse che ho sentito...ora sento che ognuno di questi paesi è un po' casa mia, che ho fratelli e sorelle a distanza di interi oceani, che il mio piccolo mondo si è allargato fino a comprenderne tanti altri...e non potrò mai esprimere a parole quanto tutto questo mi abbia arricchito, e quanto mi arricchirà in futuro.

"- infine, vorrei davvero chiarirmi le idee sul mio futuro. [...] pensare a quale scelta fare, [...]. Ho le idee molto confuse su cosa voglio essere e su come diventarlo...spero che conoscere questa realtà nuova e tanta gente dal mondo allarghi i miei orizzonti e le mie prospettive, e di tornare con un'idea più chiara sul mio futuro."
Questo è probabilmente l'obiettivo che mi rende più perplessa. L'ho realizzato? No, devo ammettere di no. Sono più confusa di prima su cosa fare, dove farlo e con che scopo.
Ma ho scoperto una marea di nuove cose di cui mi sono innamorata. In primis la fotografia. Il corso che ho fatto mi ha insegnato le basi della fotografia digitale e dell'editing fotografico, il che non guasta mai, e mi ha fatto scoprire una passione grandissima. Mi ha fatto vedere cose nuove, che prima non vedevo, o mi ha fatto guardare quelle vecchie con un altro sguardo. Ho scoperto la bellezza di immortalare un momento in una foto, non solo un ricordo, ma un'espressione, un colore, un significato. Probabilmente non diventerà mai la mia professione, ma adesso ho una bellissima Nikon D5100 con doppio obiettivo che mi accompagnerà in ogni avventura, amata sostituta della splendida Canon che mi ha prestato la professoressa di fotografia al Pitzer college e che mi ha accompagnato in ogni momento come la mia ombra.
Ho anche scoperto di amare la psicologia. Ho un po' di rimpianti su questo, perchè per un po' avevo creduto di aver trovato la mia strada, volevo mollare tutto e studiare psicologia. Poi ho accantonato l'idea perchè ciò che mi piace è studiare il cervello e il comportamento umano, ma non voglio diventare una psicologa. Ma quei 4 mesi di studio a dir poco intenso, la tesina finale, gli approfondimenti personali, il libro meraviglioso e costosissimo su cui ho studiato...mi hanno aperto una finestra sui miei comportamenti e su quelli degli altri, mi hanno spiegato cose che credevo inspiegabili, e hanno completamente sovvertito idee che avevo e che erano delle errate certezze
Addirittura ho maturato una convinzione: psicologia generale dovrebbe essere un esame obbligatorio per tutte le facoltà, perchè non puoi capire il mondo in cui vivi se non studi come funziona il cervello umano.
In sintesi, sono tornata a casa più confusa di prima. Non so cosa farò, nè come, nè dove...non so nemmeno il perché. Ma, forse proprio grazie al primo obiettivo raggiunto, la cosa non mi spaventa poi così tanto. Qualcosa farò. E se tutto fallisce, se non trovo niente, se non ce la faccio...ho tanti amici in tutto il mondo pronti a darmi una mano se decido di emigrare, e la consapevolezza di saper affrontare qualsiasi esperienza. E scusate se è poco!


Direi che sono stata pittosto chiara e ho detto molto di ciò che volevo dire...quanto all'essere concisa, ho miseramente fallito. Ma certe pagine di blog sono più di un resoconto o un consiglio di viaggio: sono vita vissuta. Una traccia indelebile di emozioni lasciata sul web. E se sei arrivato fin qui a leggere, spero di non averti annoiato troppo, di averti dato qualche spunto interessante, o quantomeno di esserti stata simpatica! :)

Cosa farò adesso? Cosa ne sarà di questo blog? La mia esperienza in America è conclusa, il mio GRANDE VIAGGIO è finito e con oggi ho anche scritto la sua ultima pagina. E' la fine.........

Ma la fine di cosa? Quanti viaggi ci sono dopo? Quante piccole vacanze, grandi avventure, nuove esperienze...forse posso essere ancora utile.
La Ragazza con la Valigia non si ferma gente. Non ha ancora trovato se stessa, forse qualche pezzo sì, ma la strada è ancora lunga...e la mia valigia è già pronta per una nuova partenza.

Tra pochi giorni partirò per il viaggio più avventuroso che potessi desiderare come viaggio di laurea: un INTERRAIL del nord Europa. 15 giorni di viaggio, 5 città da visitare (Praga, Berlino, Copenhagen, Amsterdam, Londra), tanti treni da prendere...e con me ci saranno una macchina fotografica e un cellulare, pronta a raccontare qui tutto ciò che mi capita.

Signori e signore, da oggi divento una TRAVEL BLOGGER! Nei miei post ci saranno un po' meno paturnie, un po' meno angosce e considerazioni esistenziali, ma tanti tanti consigli di viaggio e simpatia! Dove andare, cosa visitare e perché. Ovviamente, però, nello stile unico della Ragazza con la Valigia. E poi, perché no? Ho fatto tanti bei viaggi anche durante il mio soggiorno in California (ho qualche Road Trip da consigliarvi assolutamente), e anche prima di allora ho visitato qualche piccola gemma poco conosciuta come Cipro...ne ho di cose da raccontare anche se non le scrivo live!!!

La Ragazza con la Valigia inizia un nuovo viaggio.....



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