giovedì 13 giugno 2013

Un'esperienza all'estero sarà utile davvero per il lavoro...?

Stavo curiosando su internet e ho trovato questo...spiega, in inglese, in quali percentuali un'esperienza all'estero influisce sulla ricerca di lavoro! Letteralmente il ROI (return on intestiment) di questa esperienza (è un indicatore economico di efficienza, una delle poche cose che ricordo di economia aziendale ;))


Quando cerco di decidere cosa ne sarà della mia vita, mi prende il panico: l'Italia è in una situazione talmente disastrata...se penso che ho fatto quasi fatica a trovare uno stage non retribuito! 

Io poi ho scelto una facoltà che non è ne' carne ne' pesce: un pò di management, ma senza le basi di economia, le lingue, ma solo due e fatte male...insomma, non mi distinguo granchè dalla massa. Ne' ho particolari ambizioni: tante cose mi piacciono molto, tante professioni mi interessano, ma spesso non so come arrivare dove voglio, da dove partire per realizzarmi...

Spero che questa esperienza serva a tante cose...spero che allarghi le mie prospettive, creandomi nuove possibilità a cui prima magari nemmeno pensavo. Spero che mi aiuti a conoscere meglio me stessa e ciò in cui sono brava. Spero che mi renda una persona più forte, indipendente, capace di affrontare i problemi che la vita le pone davanti, proattiva...sento che alcune cose stanno già cambiando, migliorando...questo blog ne è un esempio! Molte altre cambieranno prima di partire, la maggior parte dopo la mia partenza...

Se poi tutte queste percentuali si rivelassero vere anche per me e mi aiutasse al momento di un colloquio di lavoro, sarebbe davvero fantastico! Ma sono sicura che servirà a talmente tante cose....




martedì 11 giugno 2013

Come affrontare senza problemi il colloquio per la richiesta di visto per gli USA

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Anche questo scoglio è andato: sono tornata a casa vittoriosa con il mio visto di ingresso pronto per partire! In realtà non ce l'ho proprio io ancora, devo andare a ritirarlo domani...ma il più è fatto!

Questo è un passaggio obbligato non solo per me e per tutti gli exchange students, ma per chiunque voglia richiedere un visto di ingresso negli Stati Uniti...e credetemi, lì serve un visto praticamente per qualsiasi cosa! Personalmente, ero abbastanza agitata e non avevo affatto chiaro come si sarebbe svolta la cosa...dal momento che suppongo di non essere la sola, questo post sarà un'utile guida a tutti coloro che dovranno affrontare questo banale, ma essenziale, passo!

Intanto, comincio col dire che ero molto più agitata del necessario; gli americani tendono a fare terrorismo psicologico a chiunque voglia anche solo avvicinarsi alla loro terra, ma poi in realtà sono tranquilli e amichevoli. Se avete già fatto richiesta telefonica o online per il colloquio e completato il modulo DS-160, insomma, siete già a buon punto! Se non l'avete fatto, non provate nemmeno a passare direttamente al consolato a chiedere qualche informazione, o a fare i furbi sperando che vi lascino passare...sono americani, o fai come dicono loro o niente! Quindi cercate il sito dell'ambasciata più vicina a voi (in Italia sono a Roma, Milano e Firenze, ma probabilmente la troverete anche in altre città) e seguite tutti i passaggi per richiedere il visto, come illustrato nel sito (e se volete potete farvi un'idea di cosa aspettarvi leggendo il mio post precedente).

Io mi sono recata al Consolato di Milano, e non posso sapere se in altre città la cosa si svolga in modo diverso. Credo comunque che certe regole siano fisse, per cui ecco qui qualche consiglio (dato dalla mia personale esperienza e dal racconto di un amico che ha fatto lo stesso di recente).


  • O MOLTO IN ANTICIPO, O ARRIVATE PURE IN RITARDO. Io avevo appuntamento alle 8 e mezza (il primo della mattina quindi), e alle 8 e 10 sono arrivata davanti al palazzo. La fila cominciava praticamente all'uscita della metropolitana, e subito dietro di me c'erano due signori che avevano appuntamento alle 9 e mezza. Quindi fate voi: sul foglio di conferma consigliano di arrivare un quarto d'ora prima, ma visto che evidentemente non basta, arrivate più o meno puntuali e mettetevi l'anima in pace. Passerete lì almeno due ore.
  •  NON PORTATE BORSE, ZAINI, MARSUPI...NEMMENO LA POCHETTE! Sebbene il cartello all'inizio della fila reciti "non sono ammesse valigie e borse di grandi dimensioni", il divieto è in realtà esteso a qualsiasi contenitore. Io, essendone a conoscenza, mi sono attrezzata con giacchino dotato di tasche e una busta della spesa per non dover tenere in mano i mille fogli che dovevo portare con me. Ma se proverete a portare anche una minuscola borsetta contenente solo le chiavi di casa, il verdetto sarà lo stesso: consegnarlo al bar accanto, che si è attrezzato come deposito, e ovviamente pagare 5€. Ma dai, vi pare che fosse gratis? Insomma, svolgono un servizio! Non per fare la spilorcia, ma con quei 5€ vi ci fate un panino all'uscita, dai.
  • NON VENITE ACCOMPAGNATI. So che è un peccato perchè la mamma/amica-o/fidanzata-o farebbe comodo nell'ora di fila che vi attende, ma NON potranno entrare con voi all'interno del palazzo. Esatto, come i cani: c'è il cartello all'ingresso con la mamma nel cerchio rosso sbarrato. ;) Solo chi deve fare richiesta di visto entra. Se avete un accompagnatore molto paziente, potrà tenervi compagnia in coda e poi svolgere il ruolo di reggi-borsa mentre si prende un luuuuungo caffè, in attesa del vostro ritorno. 
  • SE VI SENTITE FOTOGENICI, C'E' LA MACCHINETTA. Se vi siete dimenticati di fare la foto formato 5X5 (ricordate: sfondo bianco, non sorridete, orecchie scoperte...insomma, se siete venuti bene di sicuro c'è qualcosa di sbagliato, rifatela) o se siete così orribili da non essere quasi riconoscibili, avete un'ultima chance alla macchinetta in sala d'attesa. Mi raccomando, soldi contati (5€): nessuno avrà da cambiare e ovviamente la macchina non dà resto.
  • SICURI DI AVER PRESO TUTTO? Non dimenticate niente, o vi faranno tornare a casa e ricominciare la trafila! Melius abundare quam deficere, no? Quindi riempite la cartellina con tutto ciò che può essere utile. Personalmente non mi è stato chiesto niente a parte i moduli obbligatori (quindi niente che dimostri il mio amore per la patria, nè il possedimento di beni, nè lo stato patrimoniale) ma se ce l'avete, perchè non portarlo?

Fatta la coda e raggiunto l'ingresso, le guardie vi faranno entrare uno alla volta e ci sarà la solita procedura da controllo in aeroporto a cui probabilmente siete abituati. Cellulare e ogni tipo di oggetto elettronico dovrà essere lasciato nelle cassette di sicurezza all'ingresso (sì, questo è gratis); persino le chiavi della macchina sono considerate tali! 
Poi vi faranno salire, e inizierà la catena di montaggio: una prima signorina vi ordinerà i fogli e vi attaccherà la foto ai documenti, poi vi siederete ad aspettare. Una seconda signorina vi ritirerà i documenti, e vi siederete ad aspettare. Una terza vi prenderà le impronte di tutte le dita...e poi aspettare. 
Infine, il tanto agognato e temuto COLLOQUIO: nulla più che una quarta signorina che vi chiederà dove andate, per quanto, se avete parenti in America, e domande di routine. Rispetto a quanto scritto nei fogli di riepilogo, insomma, nulla di che. E' più emozionante fare la fila alle poste!

E' finita! O quasi, perchè il vostro passaporto se lo tengono loro e potrete andare a recuperarlo con il visto solo due giorni dopo. Quindi attrezzatevi per poter restare in zona, o per avere qualcuno che lo prenda al posto vostro. Altrimenti c'è la possibilità di farselo spedire, ovviamente, dai 15€ in su.

Sicuramente, questa è la descrizione più accurata che potessi fare di questo fatidico appuntamento. Nulla di cui preoccuparsi, chiaramente, ma dopo averla letta potrete andare sicuramente più tranquilli e anche risparmiare 5€ o più ;)

Questo è ciò che succede al Consolato di Milano...nelle altre città? Lo chiedo a voi! Così potremo rendere questa piccola guida davvero completa!




Ora che anche questa è andata, mi sento stranamente leggera e insieme pesante. E' tutto reale. E' tutto ufficiale. Lo era anche prima, ma da adesso a quando partirò non c'è (quasi) più nulla da fare...solo aspettare. Mancano solo due mesi...
A tratti mi assale l'ansia e vorrei fermare il tempo e cancellare tutto, altre volte vorrei solo correre al 25 agosto e prendere quell'aereo...credo che sia normale, e che più si avvicinerà la data, più l'ansia aumenterà e la prima tentazione si presenterà più spesso. Ma il tempo non si ferma, no?
Due mesi...




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giovedì 6 giugno 2013

La richiesta del Visto

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Questa è la storia di una grande avventura, di quelle che rimangono a lungo tra gli aneddoti da raccontare. Prendere appuntamento all'ambasciata degli Stati Uniti per avere un visto di ingresso.
Non mi era mai capitato di richiedere un visto, quindi probabilmente se sono rimasta tanto sconvolta è stato solo colpa della mia ignoranza in materia. Ma gli americani continuano a stupirmi per come organizzano questo genere di cose. E ancora si parla solo di prendere appuntamento, il colloquio che dovrò sostenere sarà sicuramente altrettanto esilarante e mi fornirà materiale per il prossimo post!

Cominciamo dalle basi...avendo vinto una borsa di studio con sponsor (l'ISEP), devo richiedere un visto di tipo J per entrare negli Stati Uniti. All'ufficio Erasmus mi avevano già fatto un certo terrorismo psicologico sulla procedura per prenotare un appuntamento all'ambasciata; mi avevano parlato di telefonate infinite, attese lunghissime, linee che cadono e, soprattutto..di 15€ di spesa a chiamata! Non ci credete? Fate bene, perchè in realtà mio cugino ha dovuto fare una cosa simile alla mia e non ha avuto nessun problema! Ma a quanto pare, qualche volta non sarà andata così liscia...

Visti i presupposti, quando sul sito dell'ambasciata mi è capitato di leggere "procedura on-line" per prenotare un appuntamento, sono stata immensamente felice. Ho cliccato sul link colorato tutta speranzosa, e si è aperta una nuova pagina molto schematica. Un nuovo link diceva: "informazioni per la prenotazione", e io, convinta, ho cliccato nuovamente lì. E con mia grande sorpresa, mi sono ritrovata nuovamente nella pagina da cui ero partita! Avreste dovuto vedere la mia faccia......
Ci ho messo un po' a capire come funzionasse la cosa, devo ammetterlo. Non sono proprio un ingegnere informatico, quindi non mi stupisco se a certe cose non ci arrivo, ma posso dire con un buon grado di sicurezza che quel sito è piuttosto complesso.

Alla fine ho realizzato che per ottenere ciò che mi interessava dovevo semplicemente cliccare su un nascostissimo pulsante "SIGN IN", ma prima di riuscirci erano passati almeno 10 minuti in cui avevo cliccato su tutti i link possibili. Già non ero più di buon umore.

Come da prassi, mi hanno chiesto di pagare (10$ invece dei 15€ per la telefonata, quindi consiglio caldamente di usare la procedura on line!) e di inserire tutti i miei dati. Quando credevo di aver finito, mi mancava solo una domanda e poi avrei cliccato sul pulsante "prenota un appuntamento". Rapido e indolore! Ma quell'ultima domanda mi chiedeva il numero del mio DS-160...e sono sbiancata. Non avevo nessunissimo DS-160! Avevo la carta di credito, il passaporto, il DS-2019, i dati della mia università, insomma avevo la scrivania invasa di dati...ma il DS-160 non avevo proprio idea di cosa fosse.
Dopo una rapida ricerca su internet ho scoperto che era un altro dei tanti moduli che mi avrebbero chiesto per entrare in America. Nel mio bagaglio a mano non ci sarà spazio per il telefono con tutta la carta che ci devo mettere. In poche parole, il DS-160 è qualcosa che deve compilare chiunque voglia un visto di qualsiasi tipo per gli Stati Uniti, senza distinzioni, e serve per essere registrati nel sistema della National Security. Già questo avrebbe dovuto farmi intuire a cosa stavo per andare incontro...

Inizio la compilazione, pensando che in un quarto d'ora me la sarei cavata. Mai avuto un pensiero più stupido. Per le successive due ore sono rimasta inchiodata al computer a rispondere a domande di ogni sorta! Ho dovuto inserire tutti i miei dati e tutti quelli dei miei familiari (e meno male che sono figlia unica!), ho dato i contatti telefonici, e-mail e indirizzi di due persone NON FACENTI PARTE DELLA FAMIGLIA da contattare per confermare gli scopi del mio viaggio, ho compilato pagine e pagine sulla mia università in Italia, su quella in cui andrò in America, sui miei studi e i miei lavori...
Credo di aver cliccato il pulsante avanti almeno 30 volte!

Poi è arrivata la parte più esilarante, che già mi aspettavo, conoscendo la fissa degli americani per la sicurezza, ma mai avrei pensato a domande così assurde: sei una terrorista? Hai mai fatto parte di associazioni criminali? Vieni negli Stati Uniti per scopi criminosi?
Tutte così! E anche peggio...sono arrivati a chiedermi se avevo mai commesso crimini contro l'umanità, se avevo mai spinto qualcuno all'aborto, se avevo mai ridotto qualcuno in schiavitù, e cose del genere. Faceva talmente ridere che ho chiamato la ragazza che stava facendo le pulizie a casa per condividere con lei tanta maniacalità! Ma io dico, se fossi un terrorista te lo verrei a dire nella mia richiesta di visto?

Quando finalmente anche questa parte fu completata, mi sono ritrovare ad affrontare un'impresa ancor più ardua: volevano una mia FOTO! Ma non una foto qualsiasi, la foto American Style! Quella in cui non puoi sorridere, non puoi indossare occhiali, non devi avere i capelli sulla fronte nè essere truccata...e in più, lo sfondo deve essere bianco. Sembrano cose banali, insomma, è solo una foto. Solo che io ero al computer a compilare quell'infinità di domande da almeno 3 ore, quando credevo di metterci 10 minuti. E soprattutto...in casa mia c'è la carta da parati su ogni singola parete!

Ho iniziato a spostare mobili, togliere quadri, stendere teli...mancava poco che mi mettessi a strappare la carta da parati dalle pareti, come i matti nei film! E una volta trovato il punto e scattata la foto usando la videocamera interna del computer, sono andata a cercare di caricarla e...non andava bene il formato! Allora via, di nuovo, cerca su internet, modifica il formato, riprova a caricare...e non va bene la qualità! Troppo bassa, troppe ombre, troppa poca luce, non so...alla fine ho dovuto farla con l'iphone, caricarla, modificarla e, FINALMENTE, ce l'ho fatta! A questo punto, da quando mi ero seduta al computer, nel primo pomeriggio, si era praticamente fatta sera...e ho potuto prenotare il mio appuntamento! Per quello nessun problema, anzi, dopo l'epopea vissuta mi aspettavo qualche altra complicazione...e invece ho il mio bell'appuntamento all'ambasciata a Milano tra qualche giorno. Ci sarà da ridere anche per quello, già me lo immagino, perchè sui miei fogli riepilogativi c'è scritto di portare con sè "qualunque prova dimostrante l'amore per il proprio Paese e il forte desiderio di ritornarvi e di non volersi trasferire negli Stati Uniti". Mi sto chiedendo quale tipo di prova posso portare!

Avrete presto aggiornamenti...... ;)


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